Il Signò Nico e il “babbo del paese”

Prima di narrarvi la storia che sto per narrarvi, dovete sapere che nella mia scala (il mio condominio è suddiviso in scale) ho vicini un po particolari: tra questi, il famoso “Signò Nico” (e mi riprometto di spiegarvi il perchè di questo soprannome in un prossimo articolo).

Nico è un ragazzo di buon cuore, un ottimo amico ed una persona indubbiamente di compagnia. E’ la classica persona che, portata a cena o in pizzeria, vi fa prostrare a terra dalle risate mentre contemporaneamente vi cade la faccia a terra. Nico è il mio vicino, ed è la persona che, sapendo che io ne capisco qualcosa di tecnologia, periodicamente mi spunta davanti alla porta chiedendomi aiuto su qualcosa che non va. Nico non è avvezzo alla tecnologia, non la mastica, non gli sta a genio, c’è poco da fare: pensate che, se non gli avessi fatto conoscere il classico WhatsApp, oggi invierebbe milioni di classici sms.

Bene, spiegatovi per sommi capi la tipologia del soggetto in questione (il quale difficilmente mi leggerà se non “consigliato” da amici e parenti che stanno su facebook, non essendo lui avvezzo a queste pratiche social così ortodosse quali Facebook o Twitter), oggi vi racconto uno dei suoi aneddoti, che mi ha fatto ridere per due settimane.

Il Signò Nico ed il babbo del paese: il fatto

Dovete sapere che in Sicilia vigono varie usanze o modi di dire, ed io stesso, da buon Siciliano, ne conosco qualcuna. Siamo gente solare, aperta e con il senso dell’ospitalità ma, soprattutto nei paesi e nei piccoli borghi, vige l’obbligo assoluto del “soprannome”. Chiunque viene siglato con un soprannome: puoi essere il sindaco del paese o l’ultimo dei poveracci, non c’è storia, devi avere un soprannome, ed il tuo nome reale va a perdersi nei meandri delle scartoffie dell’anagrafe.

Tra i vari soprannomi, che sono conseguenti all’inquadramento sociale e descrivono la funzione del soprannominato, esiste la cosiddetta figura del “babbo del paese”. Se non sapete di cosa sto parlando, mi riferisco al sempliciotto di turno, quello che viene spesso deriso o scherzosamente preso in giro dal resto della comitiva. E’ una cosa brutta lo so, ma fingere che queste situazioni o che questi epiteti non esistano, sarebbe semplicemente finto.

Ebbene, poco tempo fa ero a cena col “Signò Nico”, il quale, tra una battuta ed un pezzo di pizza, intona il suo aneddoto da compagnia.

-“Ve l’ho raccontata quella che mi è capitata col babbo del paese?”

Ovviamente la domanda era retorica, Nico era arrivato a metà serata e le battute latitavano, quindi doveva assolutamente recuperare con un aneddoto.

-“Ok ora ve la racconto. Tempo fa mi chiamarono per osservare una partita in un paesino sperduto (Nico fa l’osservatore arbitrale NDR). Ero felice, il paesino era bello, e chiesi a mio fratello di accompagnarmi.

Arrivato nel paesino in questione, non sapevo dove fosse lo stadio. Mi fermai allora e chiesi ad una persona per strada dove fosse, per poterci andare.

Caso volle, che tra decine di persone presenti in piazza pizzicassi lui senza saperlo: il babbo del paese.

Il tizio mi guarda, ride senza che io gli dica nulla (e già la avrei dovuto intuire qualcosa) e mi indica la direzione, chiedendomi se potessi accompagnarlo con la macchina. Io, non conoscendolo ma pensando che avesse bisogno di quel passaggio, chiedo a mio fratello di farlo accomodare dietro (il fratello viaggiava dietro).

Mio fratello scende, lo fa salire. Sento la portiera che si chiude, e parto. Mentre guido, guardando rigorosamente avanti, faccio 4 chiacchiere col tizio. Brava persona, un po semplice ed ingenua, ma divertente.

Scambio 4 battute, e dopo una decina di Chilometri, arrivo al campo. La prima domanda che rivolgo è per mio fratello, che non sento da un po.

Mio fratello però non risponde: alla seconda domanda, mi giro e chi trovo? seduto dietro, solo il babbo del paese che mi guardava ridendo. Cosa era successo? nel far salire il babbo del paese, mio  fratello era sceso, ed il babbo gli aveva chiuso la portiera lasciandolo in piazza.

Risultato? ho dovuto fare altri 10 Km per riprenderlo e riportarli entrambi al campo”.

In pratica, Signò Nico – Babbo del paese 0 – 1.

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