I dati parlano chiaro: i podcast sono protagonisti di una vera e propria impennata di successo a livello globale. Il nostro paese non è da meno, anzi: in Italia il fenomeno del podcasting è in piena crescita. Ad aumentare non è solo la quantità dei podcast, ma anche il bacino di utenza: milioni di persone fruiscono quotidianamente di questo tipo di trasmissione, e chiedersi come creare un podcast diventa una domanda più che lecita.
Celebrità, aziende, ma anche persone comuni hanno capito chiaramente che il podcast è la forma che la farà da padrone, nei prossimi anni, nel mondo dell’informazione. Facile da realizzare e da distribuire rispetto ad altri sistemi (come le trasmissioni radiofoniche o televisive), amplifica il processo di democratizzazione della cultura avviato da internet già qualche decennio fa.
In questa guida proveremo a tracciare un’anatomia del podcast, soffermandoci non tanto sugli aspetti legati alla sua natura artistica, quanto alla dotazione tecnica richiesta. Vedremo, in parole povere, che attrezzatura serve per realizzare un podcast.
Che cos’è un podcast?
Il podcast è una trasmissione audio, o in alcuni casi audiovisiva, basata su episodi. Nella sua versione più semplice (ma non meno efficace e diffusa), consiste in una serie di registrazioni audio che vengono rilasciate, di norma, con una certa regolarità, ovvero seguendo un calendario fissato. I podcast possono avere cadenza giornaliera, settimanale, mensile, o anche non seguire una programmazione precisa.
Questi episodi raggiungono il proprio pubblico avvalendosi di piattaforme dedicate, che permettono allo spettatore di accedere al podcast su richiesta e di gestire la riproduzione come meglio crede: mettendo in pausa, riascoltando alcuni tratti, o addirittura velocizzando il contenuto. I podcast sono così popolari che anche colossi dello streaming musicale come Spotify hanno deciso di aprire le proprie porte a questo nuovo tipo di contenuti.
I podcast, nella loro forma base, somigliano alle trasmissioni radiofoniche: lo spettatore è in realtà un ascoltatore, perché ha accesso solo ad una registrazione audio. Negli ultimi tempi hanno raggiunto una popolarità sempre maggiore, invece, i podcast audiovisivi: in questo caso lo spettatore fruisce di una ripresa video completa, realizzata in studio, e ha modo sia di ascoltare che di vedere il conduttore e gli eventuali ospiti della puntata.
Com’è facile intuire, questo due tipi di contenuti presentano una serie di differenze tecniche nella loro realizzazione: i podcast audio video, per ovvi motivi, tendono ad essere di più complessa realizzazione rispetto a quelli privi della componente visiva. È necessario, in questi casi, non solo avere un’attrezzatura più ricca per gestire tutta la parte video della trasmissione, ma anche attrezzare un ambiente di ripresa adatto, con caratteristiche più stringenti rispetto ad una sala di semplice ripresa audio.
In ogni caso, comunque, i podcast sono oggi di facile realizzazione e gestione: la loro complessità resta di gran lunga inferiore a quella dei sistemi di trasmissione utilizzati in passato, che si appoggiavano alle reti radiofoniche o televisive.
Che cosa serve per creare un podcast
Un podcast ha due anime, una artistica e una tecnica. Sulla sua componente artistica ci sarebbe molto da discutere. I podcast possono trattare potenzialmente qualsiasi tematica, e rivolgersi tanto ad un pubblico molto settoriale (nicchia), quanto ad uno generalista, e quindi avere un orientamento legato alla divulgazione o all’intrattenimento (o entrambe queste dimensioni), facendo però propri un linguaggio e dei contenuti comprensibili anche da un pubblico non specialista.
Sono tanti i consigli che si è soliti dare per creare un podcast di successo. Ad esempio, spesso si mette in luce la necessità di scegliere per il proprio podcast tematiche per cui si è particolarmente portati o ferrati, ma la verità è che nessuna indicazione di questo tipo è strettamente collegata al successo.
Ci sono podcast che fanno numeri enormi, figurando tra i più seguiti del momento, pur non seguendo nessuna di queste linee guida. Difficile, se non impossibile, è quindi creare un vademecum sulla componente artistica del podcast. Diverso è invece il discorso che riguarda la componente tecnica.
Se è vero che, anche in questo caso, sono numerose le eccezioni, ovvero podcast che hanno raggiunto una elevata popolarità pur partendo da una qualità tecnica modesta, è altrettanto vero che il crescere della concorrenza in questo settore fa in modo che l’aspetto tecnico-visivo assuma un ruolo sempre più importante.
Chi crea oggi un nuovo podcast non può ignorare queste indicazioni, e deve sin da subito impegnarsi per fare in modo che i propri contenuti abbiano una qualità tale da permettere di gareggiare con l’agguerrita concorrenza, o addirittura di emergere in positivo.
L’aspetto rassicurante è che oggi, per fortuna, maggiore qualità non implica necessariamente una spesa maggiore. Anche con budget modesti è possibile, con i giusti accorgimenti, raggiungere un livello più che sufficiente a trasmettere nello spettatore/ascoltatore l’impressione che il proprio podcast sia un podcast di qualità.
Attrezzatura necessaria per un podcast
Come appena detto, la verità è che oggi tutti (o quasi) sono già in possesso della strumentazione necessaria a creare un podcast di discreto livello. Banalmente, anche un semplice smartphone di fascia medio-alta ha tutti o quasi gli strumenti tecnici necessari alla realizzazione di registrazioni audio o audio-video, che è possibile poi trasformare negli episodi del podcast.
Anche per l’editing dei contenuti, così come per la messa in rete, in teoria è sufficiente uno smartphone. Non mancano certo le app di montaggio video per sistemi mobili, così come piattaforme che permettono di caricare e gestire i contenuti anche da smartphone.
Questo in linea teorica. Nella pratica, è molto più facile creare un podcast di qualità investendo un minimo in un’attrezzatura che permetta di lavorare più facilmente, con meno grattacapi, e che permetta al tempo stesso di raggiungere un risultato nettamente migliore.
Microfono
Cuore pulsante di ogni sistema per il podcasting, il microfono è il dispositivo su cui è bene prestare l’attenzione maggiore. La qualità audio in un podcast è tutto, più importante anche di quella video, dal momento che, come abbiamo visto, molti podcast di successo non hanno neppure una componente visiva.
La scelta migliore è orientarsi su un buon microfono dinamico cardioide, magari optando per una delle nuove soluzione orientate al podcasting, come lo Shure MV7X.
Si tratta, in questo caso, di un microfono realizzato sulla base dell’iconico Shure SM7B, uno dei microfoni più popolari di sempre, utilizzatissimo anche in ambito musicale. Lo Shure MV7X è però più economico, con un prezzo alla portata di tutti che permette di allestire facilmente anche un ambiente con più voci microfonate, quale può essere un podcast con degli ospiti.
Questo tipo di microfono professionale con connessione XLR necessita, per funzionare, di una scheda audio (di cui ci occuperemo nel prossimo paragrafo). Per contenere al minimo la spesa, soprattutto all’inizio e per podcast a voce unica, è possibile optare anche per un microfono USB.
Si tratta di soluzioni come l’Elgato Wave:3, un microfono USB-C per content creator che si fa apprezzare per l’audio cristallino e la semplicità di installazione e gestione.
I microfoni USB, a differenza dei dinamici XLR, non necessitano di scheda audio esterna o alimentazione aggiuntiva, ma sono plug and play. Basta collegarli ad un computer e iniziare a registrare utilizzando il software proprietario (spesso fornito) o un qualsiasi tool di audio recording.
Scheda audio
La scheda audio è l’interfaccia che si frappone tra il microfono (o i microfoni) e il computer su cui avviene la registrazione. È un dispositivo indispensabile quando si usano microfoni di tipo XLR, che si rivela utile anche per gestire altre periferiche di input e output audio: strumenti musicali, cuffie, monitor audio e casse di vario tipo.
Per i podcast che prevedono più interlocutori, e quindi più microfoni, è bene prevedere una scheda audio dotata di un adeguato numero di ingressi XLR. Per podcast personali, invece, possono essere sufficienti anche i modelli base dotati di uno o due ingressi, a cui collegare il proprio microfono ed un eventuale dispositivo di input supplementare.
Nel mondo delle schede audio per il settore consumer, Focusrite è senza dubbio uno dei marchi più popolari. I suoi dispositivi brillano per il rapporto qualità prezzo e la semplicità d’uso, oltre che per l’affidabilità. Una soluzione come la Focusrite Scarlett Solo di quarta generazione, ad esempio, è più che adatta per creare un podcast ad una sola voce.
Ha un ingresso preamplificato per microfoni professionali XLR, oltre ad un secondo ingresso di linea per gli strumenti musicali (può essere usata, ad esempio, per una classica registrazione chitarra+voce). Se si ha la necessità di gestire un numero maggiore di microfoni, non mancano schede più avanzate come la Focusrite Scarlett 18i16.
In questo caso gli ingressi salgono a ben 18: di questi, ben 4 sono preamplificati e adatti a collegare altrettanti microfoni XLR, offrendo per ognuno un controllo dedicato.
Computer
Al contrario di quanto si potrebbe credere, per gestire un podcast e realizzare i diversi episodi e la loro messa in onda non è necessario avere un computer chissà quanto potente. La verità è che qualsiasi PC di nuova generazione, o comunque non troppo vecchio e/o economico, è più che sufficiente per questo tipo di lavoro.
Certo, avere un computer con buone caratteristiche tecniche può rendere l’esperienza d’uso più piacevole: maggiore reattività, tempi di caricamento minori e così via, ma i software i utilizzati per il podcasting sono tutti piuttosto leggeri e non hanno requisiti hardware praticamente stringenti.
Discorso diverso se al podcast si affianca una componente video. In questo caso la necessità di editare e postprodurre le riprese, che per soddisfare i canoni qualitativi attuali devono avere una risoluzione elevata (almeno FullHD, meglio ancora 4K), rende necessario l’utilizzo di macchine con prestazioni elevate.
Nulla di incredibile, comunque. Per comodità d’uso e per una questione di ingombro e trasportabilità si può tranquillamente optare per un computer portatile, magari scegliendo tra le soluzioni da gaming, che si rivelano perfette anche per l’editing video. Attenzione, però, alla rumorosità delle ventole! Potrebbero, in alcuni casi, inficiare la qualità della registrazione con un fastidioso brusio di fondo.
L’ASUS TUF Gaming A15 è un’ottima soluzione: ha un prezzo contenuto, la sua scheda RTX 4060 è ottima per il montaggio video, e grazie alle ventole ARC Flow con flusso d’aria migliorato è anche molto silenzioso.
Altro
Accanto a questa attrezzatura indispensabile, ce n’è un’altra “accessoria”, ma non meno importante per mantenere alto il livello qualitativo del podcast.
Si va dai sistemi che migliorano l’acustica della sale (come i pannelli fonoassorbenti e le bass traps), alle aste e ai filtri per i microfoni, senza dimenticare poi tutte quelle componenti necessarie ad una buona riuscita delle riprese nel caso di videopodcast.
Il discorso, qui, si fa piuttosto complesso, ed è impossibile esaurirlo in poche righe. Il consiglio è di prestare attenzione sia ad una eventuali videocamere (o più di una), orientandosi magari sulle ottime mirrorless per video, sia all’illuminazione e agli arredi della sala. Luci e oggetti scena giocano un ruolo cruciale nell’appeal estetico del podcast, e nella capacità di catturare l’attenzione dello spettatore.
Conclusioni
Creare un podcast significa entrare a far parte di un mondo in rapidissimo sviluppo, che offre ancora importanti margini di crescita.
Le possibilità offerte dai podcast non si limitano al pubblico estremamente ampio e variegato, ma anche alle minori richieste tecniche e artistiche. Non è necessario essere degli esperti o dei professionisti della comunicazione, e non è neppure necessario avere un’attrezzatura particolarmente complessa o costosa. Tutti, potenzialmente, possono diventare dei podcaster di successo.
Domande frequenti sulle videocamere per bici
Per creare un podcast non è indispensabile avere una videocamera. Molti podcast di successo sono trasmissioni di tipo audio, privi cioè di una componente visiva.
Non c’è nessuna indicazione precisa sulla durata di un podcast. I format sono molto diversi, e vanno da pochi minuti per puntata, ad episodi che invece durano più ore.
Se in teoria anche un semplice smartphone può bastare per creare un podcast, in pratica è bene avere una discreta attrezzatura audiovisiva: microfono, scheda audio, videocamera ed un computer per le fasi di editing e montaggio.